venerdì 25 novembre 2011

gufo sbattuto

Non c'è nessuna sottomissione nell'ammettere il proprio presente.
L'anima riflessa del mattino è il linguaggio della colpa, come la custodia continua dei ricordi, come le foglie cadute sui prossimi passi. Con la consapevolezza di non essere eterni, attoniti sulle panchine fredde d'autunno, ossa tremanti e circuiti di sperma clandestino. Nascondersi in un cappuccio e farsi guardare da una bambina in braccio al nonno sotto premature luci natalizie. Reali rischi di omicidio davanti mensa.

- Signore scusi lei vende biciclette?
- Non ancora, piccola testa di cazzo.

Non c'è nessuna sottomissione nell'avere la sensazione di sentirsi un gufo sbattuto.
Belle ali, begli occhi grandi e spietati e le penne spalmate sull'asfalto.
Com'era? Vedi cara, è difficile spiegare, è difficile parlare dei fantasmi di una mente.
Bisogna prenderli i treni, tutti quanti, prenderli e ingoiarli tutti per riuscire a non lasciarsi andare. Quello che c'è attorno conta meno di zero, quello che c'è attorno non ti vive dentro, non sanguina, non marcisce.
Bisogna chiodarla al muro quell'anima riflessa del mattino.

martedì 15 novembre 2011

sennò vestiti

Stanotte ho incontrato Diane Di Prima, mi chiedeva se avessi freddo.
Così freddo che potremmo farci gelare la birra, dicevo io.
Lei ammiccava e mi lasciava andare, dopodichè la sveglia è stata la vicina,
- dimmi cos'hai o ti riempio di botte, sennò vestiti -
dei termosifoni ne sento l'odore ma non la convinzione,
da poco tempo puliscono anche la via nascosta dietro casa
dove deambulano le vecchiette a braccetto
e gli studenti miei vicini di palazzo che non ho mai conosciuto.
Forse perchè non mi vedono e potrei capirli, lo farei anch'io.
Dans Macabre, recita Marco Fiorito, un uomo responsabile,
- il resto scompare, anche se stabile -
è possibile dare senso a quelle foglie e al loro colore di Novembre
senza fare furti in banca, senza obiettivi che non si sanno usare.
L'acqua alla gola non basta per parlare,
poi il senso fugge e una bugia ne prende il posto.
Meglio mettere le mani nel marcio che c'è in cucina,
per vederla pulita spezzare il manico della scopa
e passare alla cassa.

giovedì 10 novembre 2011

melma e merda

Se qualcuno fosse in grado - magari la mia mente o più semplicemente i miei occhi - di raccontare le parole e gli schiaffi dei pensieri che attraversano i miei giorni, forse capirei meglio quanto di pochi ci si possa fidare. Chi giura e spergiura ha una grande battaglia persa in corso con la propria ipocrisia. Ci sono frasi che solo a sentirle mi lacerano l'intestino, mi strappano la pelle lentamente. Non c'è niente di vero, è questo che il silenzio mi suggerisce, è sempre peggio. Eppure è questa la merda che ci tocca toccare con mano, i complessi di Zelig, il santo che te lo mette in culo dietro l'angolo. Le collezioni di virtù comprate all'asta da chi non ha nemmeno mai sentito l'odore della propria merda.
Credo che 'merda' sia la parola più complicata che sto usando in questo discorso.
Mi nutro consapevole del fantasma che sto diventando. Fantasma nei fantasmi.
Fantasmi di una vecchia illusione, fantasmi di amore indifferente.
Vado a fare nei miei sogni la mia più grande sorsata d'umiltà.

venerdì 4 novembre 2011

badate bene

Esiste una sottile linea di confine tra ciò che la gente vede in te e ciò che la gente vuole da te. Eppure è davvero molto semplice, badate bene. Bastano piccoli spunti, piccole frasi servite su un piatto d'argento per capire cosa si nasconde dietro ad un sorriso. Sorriso falso? Non necessariamente.
Sorridere è una delle azioni più complicate da fare nella vita.
Regalarlo a chiunque è uno sforzo inutile.

C'è una capacità che non appartiene a molti. Il saper scindere nelle persone il fare dall'essere. Io non sono sempre ciò che faccio. Io sono il motivo per cui lo faccio. Se il tuo interlocutore riconosce il motivo per cui agisci, allora ha raggiunto un gradino più alto nella comprensione della tua persona. Nessuno è obbligato a comprendere nessuno, sia chiaro. Ma ci dev'essere un motivo, anche per sorridere a qualcuno.
Se non c'è, preferisco restare ad ascoltare la pioggia.