domenica 27 maggio 2012

quando

Quando il presente ha una garza sporca da levare piano.
Quando la luna è un'unghia e sembra esserci solo in quel momento.
Quando le scuse vanno messe in centrifuga e lasciate seccare al sole.
Quando è automatico dire e andare. Quando la primavera è di chi non hai mai conosciuto.
Quando la fantasia bruciata non si cambia come una lampadina.
Quando mi sembra di aver capito e capire che sembra, nient'altro.
Quando l'altruismo nelle parole è un vetro trasparente da frantumare.
Quando vado verso la notte passando tra le lucciole nascoste.
Quando fuori è buio e non ti ricordi più l'alfabeto del tuo sentire.
Quando fuori c'è luce e le nuove rughe allo specchio ricordano l'essere unici.
Quando non c'è molto altro in più da dire.





sabato 12 maggio 2012

dedicato

Dedicato ad un tempo definito, come il tempo di scegliere quattro canzoni, il tempo che la moka faccia il suo dovere. Dedicato ad una quiete aggrappata alla testa del letto, ad una tenda lavata e ripiegata, al lamento del bambino che gioca per la strada. Dedicato al giusto peso da dare alle parole, alla dolce delusione, dolce come questo caffè, questo caffè più buono di prima. Dedicato alla domanda  che sta alla base della richiesta, alle fondamenta della palazzina da costruire, al lento e consapevole camminare sulla strada. Dedicato ad un pensiero lasciato andare, guardandolo di spalle allontanarsi senza salutare. Dedicato alla prepotenza e alla fragilità. Dedicato agli sguardi sinceri nei silenzi. Dedicato a chi ha il coraggio di sopportarli. E sia.





mercoledì 9 maggio 2012

niente di nuovo sul fronte occidentale

Ci sono momenti nella vita in cui ti accorgi di quel sottile confine di cui qualcuno aveva già parlato, quello tra anima e corpo. Te ne accorgi quando, come diceva sempre quel qualcuno, fanno male gli occhi, le braccia, la memoria. Le rampe di scale segnano i livelli di fatica, il sudore non è mai abbastanza. Impossibile attaccarsi alle parole. Le parole coltivano il silenzio. Il silenzio è la dimensione di ciò che vediamo. E' difficile decifrare queste nuvole di Maggio. Richiamano l'attenzione, si lasciano guardare. Suggeriscono il viaggio. Ti senti come quella sirena che non ha mai imparato a cantare. Guardi attraverso i veli che avvolgono i visi, i discorsi. Provi a farne parte. Provi a dormire, sperando di riuscire ad ignorarti.  La luce del mattino smentisce le ore passate. Il peso dei giorni cresce. Il calendario cambia colore. Niente di nuovo sul fronte occidentale. Chi abbassa le difese ricorda come si fa a sognare, come si fa a sentire tutto all'improvviso. Che poi sognare non significa essere un sognatore. Ma questa è un'altra storia.