venerdì 25 novembre 2011

gufo sbattuto

Non c'è nessuna sottomissione nell'ammettere il proprio presente.
L'anima riflessa del mattino è il linguaggio della colpa, come la custodia continua dei ricordi, come le foglie cadute sui prossimi passi. Con la consapevolezza di non essere eterni, attoniti sulle panchine fredde d'autunno, ossa tremanti e circuiti di sperma clandestino. Nascondersi in un cappuccio e farsi guardare da una bambina in braccio al nonno sotto premature luci natalizie. Reali rischi di omicidio davanti mensa.

- Signore scusi lei vende biciclette?
- Non ancora, piccola testa di cazzo.

Non c'è nessuna sottomissione nell'avere la sensazione di sentirsi un gufo sbattuto.
Belle ali, begli occhi grandi e spietati e le penne spalmate sull'asfalto.
Com'era? Vedi cara, è difficile spiegare, è difficile parlare dei fantasmi di una mente.
Bisogna prenderli i treni, tutti quanti, prenderli e ingoiarli tutti per riuscire a non lasciarsi andare. Quello che c'è attorno conta meno di zero, quello che c'è attorno non ti vive dentro, non sanguina, non marcisce.
Bisogna chiodarla al muro quell'anima riflessa del mattino.

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