mercoledì 29 giugno 2011

Redbear airlines

Il gate chiude alle 06.15 . Troppo presto.
Potrei avere un rapporto migliore con l'insonnia stanotte.
La possibilità di arrivare stanco all'aereoporto si fa strada, la mia mente è già preparata al giudizio finale.
Ripeto un concetto già espresso in passato, quando siamo in fila per l'imbrarco in realtà si è in fila per il giudizio universale. La fine, l'eclissi dell'esistenza.
L'ultima volta ho stemperato le ansie in aereo scrivendo un piccolo racconto pornografico con protagonsita me e gli enormi seni dell'americana mia compagna di viaggio.
Per dirla come Suor Giovanni Lindo Ferretti, un'erezione triste.
Domani vediamo cosa accade.
Milioni di persone volano ogni giorno su migliaia di aerei.
Milioni di persone. Ogni giorno.
Ignare che sotto il loro culo la terra gira a suo piacimento, seguendo il caso, lo schifo dell'umanità.
Eccoci, sto cambiando umore. Lo mantengo.
Meglio fare la borsa.
Que empiece la fiesta.

martedì 28 giugno 2011

Movida

io
collezionante di serate da svuotare
non si riesce neanche a piangere il giorno dopo
quando l'aria fresca che respiri appena sveglio non è quella del mattino
la sera prima ci si prova
si entra presto a nuotare nel piccolo mare
lui ti saluta e … schiocca le dita
l'aria sembra pulita e il locale sembra quasi un locale
e le ragazze che ti servono da bere abbozzano un sorriso
e mi versano una pinta che è l'unica mi dico
mi dico che è l'unica perché davvero basta svuotare le serate
mi dico che è l'unica perché il portafoglio si è strappato e ho perso tutto
ogni moneta d'oro che avevo l'ho buttata e adesso mi tocco le tasche e trovo solo tasche
mi dico che è l'unica mentre ne chiedo un'altra e finisce che il locale non è più un locale
e mi torna in mente perché lo chiamavamo cassamortaro
le persone si ammassano come se fossero a san firmin inseguite dai tori
e le ragazze versano da bere e hanno smesso di sorridere
e io ho perso il conto e mi ritrovo seduto al tavolo con presunti lavoratori autonomi
mi ritrovo a farmi offrire una becks da uno di loro che apprezza tanto la mia verginità
e mi assicura che appena fa cinquemila euro che in tunisia sono dieci torna
mi assicura che non spaccia e io ho bevuto abbastanza per credergli
e alle mie orecchie si avvicina la ragazza che di giorno fa la cameriera
- io sto andando in bagno - mi dice
io la guardo e annuisco e lei va via ridendo a squarciagola e mi ricorda il diavolo all'inferno
si, è l'inferno sto pensando, ma quanto la faccio lunga, quanto
divento nostalgico in un secondo
e penso se solo mi vedesse chi mi conosce davvero
e penso che chi mi conosce davvero non è mai esistito
mi viene da brindare agli assenti, come faceva il poeta
mi viene da brindare agli assenti e vorrei non esserci
così almeno mi mancherei un po' e brinderei a me stesso
e invece attiro i migliori
arriva un ex cantante che si dice in voga negli anni 80
e mi urla che il suo chitarrista di reggio calabria gli andava in culo ai pink floyd
e fa una spaccata
e graziano comincia a sentirsi escluso e bussa alle spalle di tutti i presenti compresa la mia
poi comincia a ballare a modo suo e ad intonare il suo richiamo all'ordine
OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
gli chiedo se vuole sedersi, mi indica il bicchiere pieno sul banco come per dire "sono occupato"
dopodiché si gira verso una barista e le urla hhhhhhhhammmmmoooreeeeeeeee!!!!!!!!
e va bene così.
la nube di fumo fa invidia all'islanda
 e i miei polmoni sentitamente ringraziano
se questo è un circolo un giorno faremo assemblea
e io posso dire di esser tesserato
posso dire di essere adeguato a farmi investire dai tori
ciucciando ancora il latte delle stelle
e ci si ostina e siamo in tanti a naufragare
e il naufragare non è dolce
non è dolce per niente


[ciao Graziano]

lunedì 27 giugno 2011

Seghe elettriche mentali

Dovrebbero vietare l'uso delle seghe prima delle 10 del mattino.
Per seghe intendo seghe elettriche.
Il disboscamento estivo non comprende il furto del mio sonno. Già ne sono povero.
Baywatch non ha le stesse capacità soporifere del consorzio Nettuno. Non riesco a leggere. Guai a farsi fottere dalla memoria. Se entri nel limbo dei ricordi sei fottuto. Strane forme di vita approfittano della finestra aperta, la tachicardia è di casa. E se provo ad aprire gli occhi non c'è sole che mi punga la faccia, i riflessi delle foglie mosse dal vento somigliano a un invito ad alzarsi. Ma la sega rovina tutto.
La sega elettrica.
Ne comprerei una, se abitassi nel Nebraska in mezzo a una foresta. Ci costruirei panchine di legno e una sedia a dondolo dove mi siederei strimpellando un benjo. Anche questa è una sega. Mentale.
Seghe elettriche mentali.
La masturbazione fisica ne è la logica conseguenza.

"domani mi sparo,
ma una bella sega mi sparo!"

domenica 26 giugno 2011

A quel punto

Ricordo la prima comunione di un vecchio amico.
Ora lui è un militare, si fa le foto in posa in mimetica col mitra in braccio.
"Che vuoi farci maurì, tu magari ti senti a tuo agio con la chitarra, io con altre cose". Non fa una piega.
Ricordo la sua comunione, il pranzo coi parenti al ristrorante. Era maggio, ma già estate. Noi ci eravamo alzati prima da tavola, stavamo fuori a giocare a non so cosa. In televisione Jean Alesi e Gerard Berger arrancavano come sempre.
Quella Ferrari che arrivava sempre a metà classifica mi rendeva impotente.
Ora della Ferrari non me ne frega niente. Come della Formula 1.
Ho modi migliori per colmare la mia noia. Per colmare l'impotenza.
Chissà come sta quel mio vecchio amico.
Spero solo che nessuno lo mandi a giocare alla guerra.
A quel punto, meglio la Formula 1. 

sabato 25 giugno 2011

Grazie zia

Dalla finestra entra una musica che non mi piace. Un martello tiene il tempo del cinguettio stanco di uccelli nascosti. L'ombra della pila di libri accarezza la mia mano. Una forbice dorme vicino ad un vecchio caffè.
Mi chiedo se il mio anello chiuderà gli occhi con me.
Ho sentito una vecchia zia. Ha 91 anni.
"Com'eri bello quando venivi a casa mia e ti facevo la pasta asciutta e tu te ne correvi di qua e di là, eri curioso, volevi vedere tutto"
"Non è cambiato niente, zia. Solo che ho smesso di correre"
Mi è stata sufficente questa frase. Sufficente per capire i movimenti oltre l'ostacolo della mia anima.

"via i cancelli, per favore. che non mi servon più"

venerdì 24 giugno 2011

Oggi, senza mai

In un mare tempestoso come quello dei giorni perduti non resta che remare forte, spiegando le vele. Non si tratta di quiete infranta, o di velleità nascoste. Questo blog nasce perchè doveva nascere. Forse oggi più che mai.
Oggi che la contraddizione spinge e le pareti parlano.
Oggi più che mai.

Oggi, senza mai.