mercoledì 28 dicembre 2011

battito di ciglia

Ci sono sempre due piccole barche affondate ad attirare la mia attenzione, quando mi alzo e apro la finestra della mia stanza. Nel porto entrano correnti agitate e poco più, un traghetto è parcheggiato da chissà quanto tempo. Il vento è sempre quello che mi spettinava quando uscivo per andare a scuola, con l'aroma d'aceto della cantina all'angolo a pungermi le narici e a farmele grattare. Quando ascoltavo La canzone di Marinella pensavo parlasse del mio quartiere e allora per questo mi piaceva, solo per questo. Poi i tempi cambiano, io cambio, la cantina cambia gestione, le canzoni rimangono.

Oggi ho ricevuto un bellissimo regalo. L'oggetto di per sè non conta, conta di più l'amica che me l'ha fatto. Ha gli occhi dolci di chi ha visto portarsi via troppe cose, tranne la forza che la fa andare avanti. Il mio silenzio acconsenste quando parliamo di ipocrisia, di presente, di rabbia. Sorridiamo quando mi parla di un suo corteggiatore che le porta dei fiori che lei gentilmente accetta e porta a casa, ma finisce lì. Io non mi aspettavo quel regalo e lei se n'è accorta, i nostri occhi si son somigliati quando mi ha detto che alcuni regali uno sente di farli e sente di farli alle persone giuste. I nostri occhi si son somigliati, e i quarantaquattro anni di differenza che ci separano si sono azzerati nel nostro abbraccio e nel nostro battito di ciglia.

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