martedì 20 marzo 2012

Come quando aspetti l'autobus

Il libro, la ricciola seduta di fianco. Da quando mi son seduto si è innervosita, le dita tra i capelli. La soluzione non è in quelle scarpe di seconda scelta, Clarisse.
Troppo silenzio in via 24 Maggio. Troppo silenzio dove non viene richiesto. La bottiglia appesa al cancello per distrarre il cane. Il cane che non c'è. Troppo silenzio in questa strada, troppo silenzio dov'è richiesta almeno una parola. Pensa prima di parlare, questa è una frase inutile. Tutti pensiamo prima di parlare, anche chi dice la cosa più idiota pensa prima di parlare: pensa una cosa idiota.
Cerca un buon momento per stare in silenzio, questo direi ai miei figli. Figli. Grassi e biondi. Risate. Moquette, parquet. Nomi francesi per un pavimento da calpestare. Come le azioni altrui. Le azioni da calpestare con la mente, è meglio di camminare sull'acqua. Gesù non aveva capito un cazzo. Capisco il farsi torturare. Ma una botta di onnipotenza ci vuole. Perdona loro perché non sanno quello che fanno. Ma lascia stare, perdonali direttamente tu. Sai la soddisfazione. Io lo faccio spesso. No non ci provo tanto gusto, è il senso di pietà che mi assale. La ricciola ha tutto il diritto di arricciarsi i capelli. Il cane si fa vivo, da' una musata alla bottiglia. C'è un grosso silenzio. Beato silenzio.
Ti do una dritta, silenzio. Pensa prima di parlare.
Si, lo so.
Lo so.

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