lunedì 26 marzo 2012

col tempo

Ci sono dei racconti che si leggono fino a metà. Perché l'altra metà non arriva, perché l'altra metà non interessa. Il tedio leggero s'insinua nelle feritoie del mattino. Si sale a bordo di barche senza rotta, per poi incrociarsi con altre barche senza il cenno di un saluto. E' possibile che esista una direzione: paesi sconosciuti dove abitano angeli nascosti. Dov'è benvenuto l'errore, dove l'amore non ha segnali orario, dove anche il silenzio è un racconto stesso.

Pausa. Rumori di posate, il suono di un uccello che non riesco a riconoscere. Un aereo sembra non allontanarsi mai. Ieri ho camminato per la strada come se non fossi in piedi. Ho chiesto i numeri per il superenalotto a un'amica più fortunata di me. Ho visto la gente affacciarsi dalle spallette, ho visto la gente contenta di farlo. Le nuvole indugiavano sul tramonto. Il vicolo del Tidi ha ombre nascoste e per un attimo mi sembra di vedere Nicolino dietro l'angolo. Un'illusione.

Per una vita fatta di illusioni, dove anche noi siamo illusioni. I nostri pensieri sono traditi dai desideri. Il nostro teatro interiore ha un grande sipario. Dietro si nasconde la verità irraggiungibile. Non mi piace la parola irraggiungibile. Nè dirla, tantomeno pensarla. Anche con la parola verità ho un pessimo rapporto. Ringrazio ogni mio dubbio di esserci, perché non bisogna mai smettere di porsi delle domande. Eliminare i punti interrogativi. Mettere un punto.

Solo così anche ciò che è estraneo ci appartiene.
Nel soffrire c'è la prova che si è in grado di vivere.

1 commento:

  1. rispetto ai luoghi che cambiano, pensavo di dedicare la futura mostra a Nicolino....

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