sabato 24 marzo 2012

saturday sun

Nel blues del sabato mattina realizzo che forse dovrei fare a meno di indossare il cappellino di lana. Roy Bookbinder, Baby, it must be love. Gilberto mi ha preparato un caffè appena sufficiente. Mentre lo sorseggio in vetro fuori dal bar penso a quel bambino ieri, riccioli d'oro e mani nella terra. Mi ha affermato che il futuro è ciò che viene dalla notte. Sei ingiusto piccolo mio. Ho quasi sette volte la tua età e queste frasi dovrebbero venire in mente a me. E' che comincia a fare caldo e farei a meno anche dei vestiti per la strada, se vivessimo in una società nudista non avrei problemi. Ma i vecchietti seduti all'ombra del giornalaio giudicano i miei sandali in silenzio. Chi sono io per giudicare così il caffè di Gilberto. Chi sono loro per giudicare i miei sandali. Mi viene in mente quella poesia.
I talk with my soul, i play with my gun. Let me die in this saturday sun. 
Bella. Non è nessuna poesia, l'ho pensata guardando i vecchietti. Quindi si, forse è una poesia. Quanto è facile scrivere in inglese. Saturday sun, che è pure una canzone.
Ma questa è un'altra storia.

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