martedì 2 agosto 2011

In vacanza a Govone

Posso fare a meno di ombrelli ed ombrelloni.
Mi piace bagnarmi e mi piace bruciarmi.
Posso chiedere al ristornate giapponese una birra.
La cameriera mi chiede "Asai?"
Io le rispondo "A so."
Posso rompere gli occhiali e usarli lo stesso.
Posso ostinarmi a combattere fobie.
Sei aerei in due mesi. Sono il miglior terapeuta di me stesso.
Da quando mi han detto che solo un cane può starmi vicino, desidero un gatto.
Anzi, una gatta. La voglio triste, scura, come se fosse in una prigione.
Voglio una gattabuia.
Per fare in modo che la valanga di L.Cohen non mi venga addosso mi rifugio nella caverna del funk e/o nella doccia.
Vorrei ringraziare Kabir Bebo per avermi insegnato il termine "govone".
E' come l'accappatoio, sta bene con tutto.
Al contrario di me.
Bravo Brunori Sas, bel concerto. Ogni tanto Rino Gaetano bussava, ma bravo.
Bella Il Pugile. Anch'io mi chiedo ogni tanto che tipo di pugile sarei.
Forse un peso Welter. I dolori del giovane peso Welter.
Per non farmi mancare niente mi rileggo Il Grande Gatsby.
Tanto per tenere allenati i complessi.
Un buon proposito per quando sarò in Calabria. Andare in bicicletta.
Da marina al paese, dieci chilometri di cui tre e mezzo in salita.
Non lo faccio da cinque anni. Prima chiamerò mia zia e le dirò di farmi trovare la frittata di cipolle più grande del mondo. Poi scriverò un testamento dove dirò di aver amato uomini e bestie dello stesso amore, come Arturo Bandini. Poi guarderò il tramonto farmi male. Poi farò il mio coast to coast preferito e mi vanterò di averlo fatto. Poi mi assicurerò che il Bar Mac Fly di Botricello esista ancora.
Poi, poi, poi. Quanto odio la parola poi.
Govone, invece. Govone sì che è una parola. Che è anche una cittadina in provincia di Cuneo. Se avessi fatto il militare lo avrei fatto a Cuneo. Ma ad ogni libera uscita sarei andato a Govone. Ci sarà un circolino ARCI, a Govone.
Sicuramente si.

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