venerdì 9 settembre 2011

favola breve a morale aperta

Conoscevo un bambino, si chiamava Alessio.
Ad Alessio non piaceva giocare a pallone come ai suoi amici.
Mentre loro formavano una porta coi giubbotti e cominciavano a giocare lui andava in giro per il parco per la sua attività preferita. I suoi amici non lo seguivano perchè lo credevano strano e preferivano comunque giocare a pallone. Alessio andava in giro, correva, si fermava, scrutava nell'erba finchè non la trovava. Una lucertola.
Ad Alessio piaceva staccare la coda alle lucertole. Era incuriosito da come un animale rimanesse vivo senza un pezzo del proprio corpo lungo quasi quanto il corpo stesso. Non gli sembrava come la coda dei cani o delle giraffe che aveva visto sui libri. Ad Alessio sembrava un miracolo, anche se Alessio di cosa fosse un miracolo non ne aveva la minima idea.
Un giorno si trovò a fare la stessa cosa. Trovò una lucertola e gli staccò la coda.
Mentre osservava la lucertola dimenarsi spostandola con una bastoncino, da un cespuglio spuntò velocemente un gatto nero che se la mise tra i denti mordendola per poi scapparsene via. Alessio non ebbe il tempo di capire cosa fosse successo, non capiva se quel gatto fosse reale o meno, ma l'immagine della testa della lucertola rimasta lì, senza il suo corpo, sotto i suoi occhi, lo riempì di delusione.
Smise di vagare nel parco e dal giorno dopo cominciò a giocare a pallone insieme agli altri.  Ai miracoli smise di crederci e mai più ci credette, anche quando gli spiegarono cosa fossero.

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