giovedì 1 settembre 2011

qualcosa ritorna

Mentre vado a braccetto con Martin Eden o chiacchero con un professore universitario al solito bar, il pensiero del tempo passato smette di emarginarsi negli angoli bui della mente. Le immagini dei posti guardati e riguardati ed ignorati allo stesso tempo, accarezzati dagli anni dall'infanzia felice ed infelice, timida e rabbiosa, trovano spazio in ciò di cui siam veramente fatti. E anche di quello abbiam parlato, col professore al solito bar, mentre mi parlava di un suo ritorno a casa durato pochi giorni.  Non sembra, - mi ha detto - ma siamo fatti anche di questo, di memoria.Quanto è vero. Dopo un mese acuto, vivo e silenzioso nei posti dell'infanzia,  mi rendo conto di come sia stato fondamentale anche il minimo rigetto adolescenziale per capirmi qui, in questo momento, a mille chilometri di distanza. Il passato ha piene responsabilità sul presente, sul coraggio, sulla curiosità, sull'odio e sull'amore, dandoci attraverso i ricordi piccoli scampoli di verità. Niente potrà portarlo via, neanche il più radioso futuro del mondo. Se mi regalassero una sfera di cristallo, chiederei che mi racconti cos'è successo fino ad oggi.
Quello che viene dopo non mi interessa, quello che viene dopo non soffre fatica.
Deve solo accadere.

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